Le imprese più verdi sopravvivono meglio quando le difficoltà crescono. Sostenibilità e digitale rafforzano la capacità competitiva.

Le imprese italiane sembrano esserne convinte: un’azienda su tre ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19. E il dato raggiunge il 39% tra le aziende con almeno 50 dipendenti.
Questi numeri sono emersi nell’indagine “Pmi italiane e sostenibilità” realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Bva Doxa, che ha coinvolto 477 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale. Nel nuovo contesto economico, il 37% degli imprenditori intervistati prevede infatti un aumento dell’attenzione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance.
Il green come strategia anti-crisi
Per oltre l’80% delle Pmi coinvolte la sostenibilità è un elemento importante nelle scelte strategiche e di investimento. Tanto che più di metà del campione ha in programma di integrare i parametri Esg (Environmental, Social and Corporate Governance) nella strategia complessiva dell’impresa.
Le imprese riconoscono insomma che per uscire dalla crisi questa può essere l’arma vincente. Per il 73% delle Pmi coinvolte, i maggiori benefici sono legati a strategie di marketing e di prodotto. Per il 52% al miglioramento della reputazione e dell’attrattività dell’azienda.
La maggior parte delle Pmi, inoltre, considera la sostenibilità un elemento importante anche nelle attività finanziarie e creditizie. L’80% ritiene che gli operatori finanziari dovrebbero affiancare gli indicatori Esg a quelli tradizionali per valutare il merito creditizio. Per il 33% i progetti sostenibili dovrebbero beneficiare di condizioni di finanziamento migliori.
Ma su questo fronte si procede ancora a rilento, visto che solo un’azienda su tre ha preso in considerazione i prodotti di finanza sostenibile e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una dichiarazione non finanziaria. La causa, forse, va ricercata anche nel fatto che al 70% delle aziende intervistate non è mai stato proposto di valutare forme di finanziamento per progetti sostenibili.
Le banche, tuttavia, emergono come il principale punto di riferimento delle imprese: la maggior parte delle Pmi ritiene che abbiano una funzione centrale nella scelta degli strumenti finanziari e nella promozione di prodotti di investimento sostenibile.
Ma da parte delle imprese c’è anche molta consapevolezza sulle sfide da affrontare per puntare su un’ottica d’impresa green. Le principali sono i costi più elevati (per il 52% del campione) e le difficoltà burocratiche (per il 50% del campione).
Le imprese green più resilienti
Eppure, come emerso nel rapporto GreenItaly 2020 di Fondazione Symbola e Unioncamere, le imprese più green sopravvivono meglio in tempi di crisi. Prima della pandemia, oltre 432mila imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno investito in prodotti e tecnologie green (quasi una su tre).
Proprio queste imprese sono state quelle che hanno reagito meglio allo shock causato dal Covid-19. Il 16% delle imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità è riuscita a aumentare il fatturato, mentre hanno avuto risultati simili solo il 9% di quelle non green.
La crisi per le imprese sostenibili si è fatta sentire, ma in misura minore: la percentuale di quelle che hanno perso oltre il 15% del fatturato è quasi il doppio tra le aziende non eco investitrici (14,5%) rispetto a quelle che invece avevano già puntato sul green (8%).
Questo anche perché le aziende green innovano di più (73% contro 46%), investono maggiormente in ricerca e sviluppo (33% contro 12%) e utilizzano o hanno in programma di utilizzare le tecnologie 4.0.