Da GameStop ad Amc, cosa sta succedendo con questi titoli estremamente volatili e perché si tratta di speculazioni e non di investimenti.
Una nuova parola ha fatto capolino sui mercati finanziari: meme stock. Dove “meme” sta per imitazione collettiva. L’espressione indica infatti le azioni di quelle compagnie che presentano elevati volumi di scambio, ma non da parte di investitori istituzionali, bensì da parte di investitori retail. Con una particolarità: questi investitori si radunano per agire collettivamente sui social network, tra gruppi Telegram o pagine di Instagram.
I titoli sotto i riflettori
Ci sono diverse aziende che rientrano sotto questa definizione, ma quelle che più hanno attirato l’attenzione sono Amc, Balckberry e GameStop.
In particolare, il primo a finire sotto i riflettori è stato il titolo di GameStop, catena americana di negozi di videogiochi. A gennaio, in soli 15 giorni, il titolo è passato da 19 a 347 dollari, per poi precipitare a 40,59 dollari il 19 febbraio, tornare ancora una volta a recuperare quota e riprecipitare nuovamente.
Una performance simile è quella osservata per Amc, la grande catena globale di sale cinematografiche. Nei primi sei mesi dell’anno, il titolo è cresciuto del 2.400% per poi crollare nuovamente.
Altri titoli “meme” sono Bed Bath and Beyond, Clover Health, Clean Energy Fuels, Your Hometown Deli.
Cosa è successo
Cosa hanno in comune questi titoli? Nell’ultimo periodo, sono stati tutti interessati da estrema volatilità, con il prezzo delle azioni schizzato verso l’alto nel giro di pochissimo tempo, attirando l’attenzione degli investitori.
Ma soprattutto sono tutte aziende che hanno avuto grosse difficoltà nel 2020 a causa della pandemia e delle mutate abitudini di acquisto e che, anche per questi motivi, erano andate in perdita. A quel punto, diversi fondi di investimento avevano scommesso al ribasso su queste aziende, in particolare su GameStop. Se il prezzo scendeva anziché salire, ci avrebbero guadagnato.
Quindi sono intervenuti due tipi di investitori retail. Il primo era costituito da quelle persone che volevano far saltare le “posizioni corte” assunte dagli investitori istituzionali: in sostanza, comprando le azioni e spingendo verso l’alto le loro quotazioni, avrebbero provocato una perdita consistente dei soldi di quei fondi che avevano deciso di scommettere al ribasso. Più che una forma di speculazione, si trattava di una vera e propria “battaglia” ideologica.
Il secondo tipo di investitori invece era costituito da coloro che avevano visto delle potenzialità di facile guadagno da queste aziende e quindi si erano interessati per poterci guadagnare nel breve termine. Gli investitori si sono fatti ingolosire da guadagni rapidi e molto elevati, alimentando così il ciclo attorno alle meme stock.
La caratteristica importante di questo fenomeno, ed è il motivo per cui sono diventate famose le meme stock, è che gli investitori retail si sono organizzati sui social network. In particolare sui gruppi Telegram o Reddit, dove molti utenti si sono messi d’accordo per comprare nello stesso momento le azioni di queste compagnie, creando così grande pressione sulla domanda e facendo schizzare in alto le quotazioni.
I titoli delle aziende sono così saliti in Borsa, nonostante le grandi difficoltà finanziarie che stavano attraversando, venendosi a creare una grande discontinuità tra quello che era il valore reale dell’azienda in difficoltà e il valore del titolo, che invece continuava a crescere a dismisura.
GameStop e Amc, intanto, hanno fatto aumenti di capitale quando i prezzi delle azioni erano ai massimi, emettendo quindi nuove azioni, con l’ottica di espandere il proprio business e di salvarlo.
Le conseguenze
Ma la realtà dei fatti è meno rosea di quanto possa apparire. Ci sono stati infatti investitori che sono entrati tardi, con i prezzi già alti e che, con le rapide discese successive, hanno perso molto.
Il titolo GameStop, ad esempio, ha alternato momenti in cui è salito tantissimo e altri in cui è passato da 480 dollari ad azione a circa 40 dollari ad azione in meno di due settimane. Chi è entrato vicino ai massimi, dunque, si è trovato in poco tempo ad avere grandi perdite in portafoglio.
Ma qui sta la differenza tra investimento e speculazione. In questi casi parliamo di speculazione poiché l’obiettivo non è cercare di mantenere questi titoli nel lungo termine, perché si crede nel loro business o perché si tratta di aziende solide, bensì cercare di fare rendimenti molto elevati in poco tempo su compagnie che non sono solide dal punto di vista finanziario.
La distrazione
Questo fenomeno, tuttavia, sembra l’ennesimo di una serie che, tra il 2020 e il 2021, ha coinvolto altri titoli di Borsa, attirando l’attenzione degli investitori e facendo decollare verso l’alto le quotazioni per poi sgonfiarsi rapidamente man mano che le persone venivano distratte da qualcosa di nuovo o innovativo.
Le meme stock, dunque, sono un altro esempio di un fenomeno temporaneo al quale abbiamo assistito più volte negli ultimi mesi? Sembra proprio di sì, trattandosi di eventi difficilmente replicabili nel lungo termine.
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