Le truffe finanziarie sono varie, ma usano spesso gli stessi schemi collaudati.
In tanti ci sono già cascati, altri ancora potrebbero caderci e nessuno sembra essere immune. Di cosa stiamo parlando? Delle truffe finanziarie.
Le tipologie sono diverse, ma spesso vengono usate le stesse modalità con schemi collaudati nel corso dei decenni.
Come riconoscere una truffa?
Per riconoscere una truffa si possono utilizzare le cosiddette “red flag”, ovvero segnali che devono far suonare il campanello d’allarme e spingere le persone a verificare se quello che gli viene proposto è reale o se si tratta di una truffa.
Tra i primi segnali, c’è sicuramente la promessa di ritorni garantiti e soprattutto eccessivamente alti rispetto alla media dei rendimenti di mercato. Il tutto condito con una comunicazione a effetto, insistente, utilizzando tecniche manipolatorie, come ad esempio, l’indicazione che molte altre persone hanno investito o stanno entrando nell’affare.
Spesso le vittime vengono incentivate a portare altre persone nell’investimento, magari con l’offerta di bonus e in molti casi si richiedono decisioni rapide senza però fornire informazioni altrettanto rapide e trasparenti sulla natura, e sulle garanzie offerte.
Schema Ponzi: che cos’è
Il più comune degli schemi usati per le truffe finanziarie è lo “schema Ponzi”, dal nome del suo inventore Charles Ponzi, italiano nato in provincia di Ravenna e trasferitosi negli USA agli inizi del 1900, considerato uno dei più grandi truffatori della storia.
Come funziona? Il presunto broker o una finta società di consulenza finanziaria propone a un potenziale nuovo cliente un investimento, di solito molto innovativo e allettante, che però nella realtà non esiste. La truffa si concretizza quando i soldi promessi si scoprono non esserci e che tutti quelli erogati fino a quel momento non erano altro che il denaro di altre vittime.
Il meccanismo può essere rappresentato da una piramide, dove i nuovi clienti sono posti al vertice. I soldi dei nuovi arrivati servono a finanziare le promesse fatte ai vecchi clienti. Più tempo passa e arrivano nuove vittime, più l’attività sembrerà legittima perché effettivamente finché lo schema si regge in piedi, le persone al suo interno ricevono i frutti del presunto investimento.
A un certo punto, però, lo schema si blocca. La liquidità in entrate si ferma o non è più sufficiente a pagare i finti rendimenti promessi e il finale è sempre lo stesso: il truffatore scappa con il malloppo e si “scopre” la truffa.
Una delle applicazioni più conosciute dello “Schema Ponzi” è stata la truffa architettata dal finanziere americano Bernard Madoff, che venne arrestato dal 2008, accusato dai suoi clienti di aver sottratto 65 miliardi di dollari. Si tratta di una delle più grandi truffe finanziarie della storia, raccontata anche nel film “The Wizard of Lies” di Barry Levinson, con Robert De Niro e Michelle Pfeiffer.
Phishing: cos’è e come evitarlo
Il phishing è una truffa online che parte dall’invio di milioni di e-mail fraudolente create ad arte per apparire come e-mail ufficiali inviate da parte di banche o piattaforme di pagamenti online, nella speranza che la gente abbocchi. Il messaggio di posta sembra quindi provenire da un mittente affidabile e in questo modo attira l’attenzione della vittima.
Per esempio, nel contenuto può esserci scritto che sono stati aggiornati i dati nel proprio account, quando invece non è stato fatto, o che magari c’è stata una violazione dell’account stesso. L’obiettivo è persuadere la vittima a fornire informazioni riservate, come la password dell’account o il codice pin della propria carta di credito, indirizzandola su una schermata clone, simile a quella ufficiale della banca, sperando che inserisca i suoi dati.
A quel punto il truffatore può entrare nell’account e svuotare il conto. Basta quindi una minima distrazione per cadere nella trappola architettata da queste menti criminali.
Esistono però almeno due accorgimenti principali per riuscire a schivare queste truffe:
- controllare l’indirizzo e-mail del mittente e verificare che in realtà non è quello ufficiale della nostra banca o assicurazione;
- assicurarsi che la composizione dell’URL sia giusta.
Truffa finanziaria: come comportarsi
Prima di tutto, la regola numero uno è essere razionali. Prima di investire, è bene chiedere tutte le informazioni di cui necessitiamo a chi ci contatta o fare dei controlli e verificare ad esempio se il nome della società compare tra quelli autorizzati dalla Consob o se invece è nell’elenco delle attività fraudolente. Se dopo queste verifiche, non si ottengono le informazioni dettagliate e complete, meglio evitare di investire i propri risparmi.
Infine, prima di investire è importante avere una buona educazione finanziaria perché spesso è proprio chi non consce bene questo mondo che casca nelle truffe.
In caso il risparmiatore avesse già investito i suoi risparmi e scoprisse di essere vittima di una truffa, dovrebbe inviare un esposto e segnalare il soggetto alla Consob.
Successivamente, è fondamentale denunciare il broker alle autorità di pubblica sicurezza per essere aiutati e per evitare di far cadere altre persone nella stessa truffa.