Comprendere il proprio profilo di rischio di investitore è fondamentale per elaborare la giusta strategia finanziaria e non farsi prendere dall’emotività. Scopri come definire il tuo profilo e quali sono le sue caratteristiche.

Il profilo di rischio di un investitore è uno dei fattori più importanti per delineare le proprie caratteristiche in fatto di investimenti. Gli scenari che questo profilo apre impediscono infatti di prendere decisioni dettate dall’emotività e, quindi, di rischiare eccessivamente. Insomma, è una tutela per il singolo investitore e va preso in considerazione e misurato prima di agire sui mercati finanziari, proprio perché insieme agli obiettivi di investimento, alle necessità, al lasso temporale desiderato e al capitale da investire va a comporre l’identikit dell’investitore.
I diversi profili di rischio
Possiamo definire il profilo di rischio come uno strumento a supporto della valutazione del livello di rischio che un singolo investitore è pronto ad assumere nella propria strategia. Questo calcolo è basato su elementi soggettivi e oggettivi e quindi è diverso da investitore a investitore, ma a titolo esemplificativo si potrebbero individuare quattro categorie di profilo:
1. Bassa: in questo caso l’investitore non ha intenzione di andare incontro a grandi perdite e quindi preferisce asset conservativi o comunque a rischio molto basso.
2. Media: l’investitore considera, ad esempio, accettabili le perdite fino al 15% all’anno del capitale investito. In genere si orienta su asset con rischio basso o moderato e a medio-lungo termine.
3. Medio alta: parliamo di investitori, che diversificano il proprio portafoglio partendo da una base a basso rischio e arrivando anche ad asset a medio e alto rischio. Tollerano perdite, ad esempio, fino al 25% all’anno del capitale investito.
4. Elevata: questo ultimo tipo di investitore può permettersi anche di perdere, ad esempio, oltre il 25% del capitale all’anno. Predilige asset volatili come azioni, valute o criptovalute, materie prime e strumenti derivati.

Come si calcola il profilo di rischio: l’impatto di MiFID 2
Innanzitutto, ricordiamoci sempre che una parte di rischio, seppur minima, è insita nel concetto stesso di investimento: non esiste al mondo una strategia che sia totalmente priva di rischi.
Grazie alla direttiva europea MiFID 2 (Markets in Financial Instruments Directive) è stato creato un meccanismo di regolamentazione che gli istituti di credito devono rispettare per proporre strategie di investimento coerenti con le caratteristiche e il profilo di rischio dei singoli clienti.
Questo meccanismo parte dalla compilazione di un questionario che le banche devono sottoporre agli investitori per identificare diversi criteri che vanno a comporre il profilo di rischio: a titolo esemplificativo i criteri comprendono il livello di conoscenza finanziaria, la condizione economica, il tipo di investimento, le esperienze pregresse in fatto di investimenti, eventuali timori legati agli investimenti. Tutti elementi che permettono di identificare la strategia di investimento migliore per il singolo investitore e che consentono anche di accrescere progressivamente la propria educazione finanziaria, rivelandosi un importante alleato anche sul lungo termine. Come ha spiegato Warren Buffet: “L’investimento deve essere razionale. Se non lo capite, non lo fate”.