Tasso e rischio di cambio, apprezzamenti e deprezzamenti, gli strumenti finanziari a disposizione degli investitori. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul mercato valutario.
Cos’è il mercato valutario: una definizione
Euro, dollaro, sterlina, yen, yuan. L’insieme delle contrattazioni sulle monete costituisce il mercato valutario, anche detto mercato dei cambi, ovvero il segmento in cui si scambiano le valute in circolazione nei sistemi economici dei diversi Paesi.
Acquistare una certa quantità di valuta estera permette non solo di comprare beni e servizi in quel Paese, come spesso si fa quando si viaggia, ma anche di operare nel suo sistema economico, depositando quella somma in valuta estera su un conto deposito denominato nella stessa valuta e godendo dei corrispettivi tassi d’interesse.
La storia del mercato valutario in breve
Gli accordi di Bretton Woods del 1944 fissavano un tasso di cambio tra tutte le valute e il dollaro e, a sua volta, un tasso di cambio tra il dollaro e l’oro. Questi accordi vennero abbandonati nel 1971. A partire dal 1973 il mercato venne deregolamentato e le valute delle nazioni furono aperte al mercato e al libero scambio.
Come funziona il mercato valutario
Il Forex, abbreviazione di Foreign Exchange, è il mercato di scambio per le valute estere, in cui è possibile comprare moneta estera o titoli derivati legati al valore delle valute estere. Include gli scambi che avvengono tra istituzioni bancarie, Banche Centrali, governi, istituzioni, investitori e speculatori.
Si tratta di un mercato non regolamentato composto da diversi intermediari sparsi in ogni Paese del mondo, che garantiscono la continuità degli scambi per 24 ore al giorno dal lunedì al venerdì, dall’Asia agli Stati Uniti.
Il tasso di cambio: direct e indirect quote
La relazione tra le diverse valute, sulla quale si basa il prezzo di acquisto di una valuta, è detta “tasso di cambio”.
Il tasso di cambio (o exchange rate) permette di trovare una relazione tra una valuta domestica, come l’euro, e una valuta estera, come il dollaro. Grazie al tasso di cambio, quindi, un euro può essere tradotto in una certa quantità di dollari, e viceversa.
Si può definire il tasso di cambio di una valuta in due modi diversi: certo per incerto o direct quote (in italiano certo per incerto), che indica quanta moneta estera è possibile comprare per ogni unità di moneta domestica. Oppure indirect quote (in italiano incerto per certo), che indica quanto vale una certa quantità di moneta domestica rispetto a un’unità di moneta estera.
Se si prende, ad esempio, il cambio tra euro e dollaro, è possibile sapere quanti dollari si possono comprare con un euro e quanto vale in euro una certa quantità di dollari. Se abbiamo degli euro, basta moltiplicare la quantità di euro per il tasso di cambio. Viceversa, per sapere quanti euro corrispondono a una certa quantità di dollari basta dividere la quantità di dollari per il tasso di cambio.
Apprezzamenti e deprezzamenti delle valute
Nel mercato valutario incidono decisioni politiche e iniziative di politica monetaria, che possono portare le valute ad apprezzarsi o deprezzarsi.
Se ad esempio la Banca Centrale Europea rafforza il Quantitative Easing, che porterà più euro nell’economia Ue, il valore dell’euro diminuirà e quindi la valuta si deprezzerà. Se invece Francoforte annuncia una restrizione di liquidità, l’euro si apprezzerà e diventerà più forte.
Più una moneta si apprezza, maggiore sarà il suo valore rispetto alle altre. Quando l’euro si apprezza, vuol dire quindi che può comprare maggiori quantità delle altre valute. Significa cioè che il prezzo di un euro è aumentato per chi lo vuole comprare usando altre valute estere.
Banche Centrali e governi intervengono sul mercato valutario per stabilizzare la valuta domestica ed evitare che il tasso di cambio fluttui troppo. Se il mercato vuole comprare grandi quantità della valuta domestica, la Banca Centrale cerca di soddisfare la forte domanda offrendo la propria moneta. Per evitare invece un deprezzamento, gli istituti centrali conservano riserve di valute estere in modo da poter ricomprare la valuta domestica aumentando la domanda e facendo sì che si apprezzi.
Queste fluttuazioni, ovviamente, condizionano anche importatori ed esportatori. I primi sperano di avere una valuta forte per poter importare molta merce con poca valuta domestica. I secondi invece preferiscono che la propria valuta domestica si deprezzi, perché gli acquirenti esteri sarebbero avvantaggiati dal cambio favorevole.
Il rischio di cambio fa quindi riferimento alle possibili oscillazioni improvvise e indesiderate che il tasso di cambio tra due valute può avere a causa di diversi fattori.
Investimenti e strumenti finanziari del mercato valutario
Investitori e speculatori investono sul Forex con diversi strumenti. La differenza principale è tra operazioni Spot e operazioni Forward.
Le transazioni Spot permettono di cambiare valuta domestica contro valuta estera (o viceversa) ai tassi di cambio correnti offerti dalle varie piazze di negoziazione.
Le operazioni Forward (dette anche contro termine), invece, permettono di fissare oggi un tasso di cambio per scambiare le valute in futuro. I futures sulle valute estere sono, appunto, transazioni forward caratterizzate da importi e scadenze standard, solitamente di tre mesi.
La tipologia più comune di transazione Forward è lo Swap su valute. In uno Swap, due parti si scambiano valute per un certo periodo di tempo e si accordano a invertire la transazione in una data futura. Si sottoscrivono quindi una transazione Spot e una Forward nello stesso momento sulla stessa quantità di valuta. I Currency Swap, invece, prevedono che due controparti scambino flussi di pagamento periodici in due valute diverse, con l’obiettivo di coprirsi dal rischio di cambio.
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