Crisi Finanziaria: Quali sono i Segnali per Riconoscerla

Una buona educazione finanziaria può aiutare a capire come comportarsi di fronte a eventi economici negativi.

L’instabilità dovuta agli eventi macroeconomici degli ultimi anni ha creato timori nelle persone. Per questo motivo, in molti si sono chiesti come sia possibile affrontare una crisi finanziaria.

Dare una risposta a questo interrogativo non è facile ma si può comunque provare a spiegare nel dettaglio l’argomento e dare qualche tips.

Crisi Finanziaria: che cos’è

Con crisi finanziaria si tende generalmente a indicare una situazione in cui le principali attività finanziarie del mercato subiscono un significativo calo del loro valore in un tempo relativamente breve.

Questo evento può verificarsi a causa di tantissime influenze interne ed esterne e può scaturire da situazioni o fenomeni presenti da anni ma sempre rimasti dormienti. Queste crisi generalmente coincidono con crolli del mercato, panico bancario e prelievi di asset degli investitori e portano a recessioni dovute alle turbolenze economiche associate al forte calo dei valori degli asset.

Le cause principali? Il comportamento irrazionale degli investitori, improvvisi prelievi bancari, speculazioni che si traducono in prezzi eccessivi di certe attività e default del debito bancario.

Come affrontare una crisi finanziaria?

Affrontare una crisi finanziaria non è ovviamente semplice e la maggior parte dei consigli potrebbe non essere sufficiente ma è comunque meglio avere delle linee guida che possano aiutarti in questi momenti:

  • Fare attenzione ai risparmi personali; la prima regola da seguire durante una crisi finanziaria è senza dubbio quella più banale: prestare attenzione ai propri risparmi prima che sia troppo tardi e che il proprio patrimonio venga eroso. Il motivo è semplice, la prima conseguenza che di solito accomuna tutte le crisi dopo un periodo negativo, è la disoccupazione e la diminuzione del reddito disponibile. In poche parole, quello che a oggi sembra non essere molto, un domani potrebbe essere determinante per la propria vita futura.
  • Tenere sempre presenti gli obiettivi; anche in un momento difficile, prima di prendere qualsiasi decisione, bisogna sempre ricordarsi quali erano i propri obiettivi di risparmio e di investimento dai quali si era partiti per costruire il portafoglio e sulla base dei quali bisogna ripartire.
    Se una persona ha messo in atto investimenti a lungo termine, per esempio, anche in una situazione come quella attuale, con inflazione e tassi alle stelle, l’orizzonte temporale è così lontano che non bisogna farsi prendere dal panico ricordando che problemi e tensioni si sono sempre verificate nella storia dei mercati finanziari.
  • Non perdere la fiducia, nonostante la crisi; ogni crisi è diversa dall’altra e le cause possono essere molto diverse, così come anche gli effetti. Un fattore che dovrebbe “tranquillizzare” è che le crisi, rispetto ad alcuni anni, tendono ad essere meno pesanti. Inoltre, se guardiamo la storia passata, alla fine di esse c’è sempre una ripresa che porta a un livello più alto di benessere e di valori rispetto al periodo precrisi. Per questo motivo non bisogna perdere la fiducia e la razionalità, perché sennò s’incappa nella cosa peggiore che possa capitare a un investitore, farsi comandare dalle emozioni e dai sentimenti.
    Per far sì che il proprio portafoglio possa riprendersi nel tempo è importante che esso sia costruito bene, diversificato e bilanciato correttamente.

Le crisi finanziarie nella storia

Nella storia si possono trovare tantissimi esempi di crisi finanziarie, che hanno fatto perdere dalle tasche della popolazione, moltissimi soldi:

  • La bolla dei Tulipani; questa è una delle prime crisi finanziarie, si verificò tra il 1634 e il 1637 in Olanda, solo per speculazioni. I prezzi dei bulbi dei tulipani col tempo salirono alle stelle e successivamente crollarono improvvisamente generando enormi perdite per gli artigiani olandesi che avevano cominciato ad accumularli, aspettandosi che i prezzi aumentassero.
  • Crisi del credito del 1772; nel XVIII secolo un socio della Banking House “Neal, James, Fordyce e Down” di Londra ha venduto allo scoperto le azioni della Compagnia delle Indie Orientali per poi fuggire in Francia con la liquidità accumulata.
    Questa crisi era stata preceduta da un periodo di grande prosperità per la Gran Bretagna tanto che tra il 1760 e il 1770 vi fu un boom del credito che stimolò una maggiore produzione.
  • Crash azionario del 1929; questo crollo è stato uno dei più scioccanti del mercato azionario statunitense, conosciuto anche come Black Monday. Le cose negli anni 20’ andavano bene: le azioni salivano senza limiti e sembrava che la ricchezza potesse continuare ad aumentare. In realtà, la saturazione del mercato interno statunitense s’intrecciò con la decisione delle maggiori banche di distogliere i finanziamenti dall’Europa per concentrarli sulla speculazione di borsa.
    Questo, ha portato a una caduta della domanda interna ed esterna.
  • Crisi petrolifera OPEC del 1973; i paesi membri dell’OPEC avviarono un embargo sul petrolio riducendo la produzione e l’esportazione. Di conseguenza, i prezzi di un barile di petrolio sono aumentati da 3 USD a 12 USD. Essendo il petrolio una materia prima essenziale, l’aumento dei costi ha generato un crollo dei mercati azionari di tutto il mondo.
  • Crisi asiatica del 1997-98; questa crisi ebbe come prima vittima l’economia thailandese. Il Paese si era espanso tra gli anni ’80 e i 90’, tuttavia la crescita era anche dovuta alla facilità con cui veniva erogato il credito bancario e al mantenimento di bassi tassi d’interesse. Quando vi furono i primi segnali di un rallentamento dell’economia fu messo in discussione il cambio fisso della valuta nazionale con il dollaro. In particolare, la Tailandia fu la prima “tigre asiatica” a svalutare del 15% il valore della propria moneta per incoraggiare l’export, tuttavia questa mossa aprì la porta a forti attacchi speculativi. L’aumento dei tassi di interesse nominali e reali ebbe gravi conseguenze sulle Banche, le quali non furono più in grado di rimborsare i prestiti a breve termine e smisero di fornire liquidità al sistema. La crisi finanziaria passò così all’economia reale causando numerosi fallimenti di imprese, Banche e istituzioni finanziarie.
  • Crisi finanziaria globale 2007-08; la crisi in questione, è quella che più è rimasta impressa negli USA dopo la Grande depressione del 1929. Le banche negli Stati Uniti, infatti, davano molti prestiti e facevano investimenti nel settore immobiliare grazie al boom a cui si stava assistendo. A un certo punto, però, i clienti hanno cominciato a non rispettare prestiti e gli istituti finanziari hanno iniziato a crollare.
    Il governo degli Stati Uniti ha dovuto creare enormi pacchetti di salvataggio per salvare l’economia.
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