Le criptovalute vengono direttamente gestite dai privati grazie alla crittografia della blockchain.

Negli ultimi anni si è sempre più sentito parlare di blockchain, tecnologia alla base delle monete virtuali. Grazie a questa e alla generazione di nuovi incentivi, infatti, si è reso possibile sfruttare le reti peer-to-peer in modo innovativo.
Che cos’è la Blockchain e come funziona
Una blockchain è una lista crescente di transazioni, raggruppate in blocchi, collegati tra loro utilizzando la crittografia. Ognuno di essi contiene l’hash crittografico e le informazioni di quello precedente, rinforzandoli.
Pertanto, le blockchain sono resistenti alla modifica delle informazioni perché una volta registrate in un dato blocco, queste non possono essere modificate retroattivamente senza alterare tutti quelli successivi.
Le blockchain sono in genere gestite da una rete peer-to-peer e sono utilizzate come un registro distribuito, pubblico, dove i nodi aderiscono collettivamente ad un protocollo per comunicare e convalidare nuovi blocchi.
Le qualità caratterizzanti di questa tecnologia sono:
- Trasparenza: c’è sempre la possibilità di controllare nel dettaglio tutte le transazioni;
- Tracciabilità: tutto è scritto nella blockchain e per questo motivo si può sempre ricostruire la storia transazionale;
- Decentralizzazione: non c’è nessuna istituzione che possieda il potere decisionale riguardo le politiche del protocollo;
- Sicurezza: la modifica di una qualunque transazione all’interno della blockchain viene resa eccessivamente costosa dall’attività di mining degli utenti non malevoli;
Blockchain e crypto: che cosa li unisce
Il crittografo David Chaum fu il primo a proporre un protocollo simil-blockchain nella sua tesi del 1982.
A seguito di ulteriori sviluppi, finalmente nel 2008 la blockchain diventa il substrato tecnologico per la creazione delle criptovalute. Il passo si deve ad un personaggio noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, il quale pubblicò il saggio “Bitcoin a peer-to peer electronic cash system”. Il documento è servito per realizzare una versione peer-to-peer di denaro elettronico, utile per effettuare dei pagamenti online da una persona all’altra senza bisogno di un’istituzione finanziaria. In questo modo, Satoshi creò tramite la blockchain la prima criptovaluta: il Bitcoin.
Questa tecnologia deve il suo corretto funzionamento ai nodi della rete che accettano e validano le transazioni attraverso il mining. La parola “mining” deriva dal verbo inglese “to mine”, cioè “estrarre” e dal sostantivo “mine”, cioè “miniera”. Come fa intuire la traduzione, questo è il processo attraverso cui avviene “l’estrazione” (cioè la creazione), di criptovalute.
Blockchain e NFT
Gli NFT, acronimo di “Non-Fungible Token”, sono oggetti digitali non fungibili, cioè diversi tra di loro. Gli NFT vengono spesso descritti come opere artistiche ma in realtà di artistico c’è solo l’oggetto digitale di partenza da cui viene calcolato l’hash value. Quest’ultimo viene poi arricchito con ulteriori metadati come ad esempio il nome dell’autore, la piattaforma in cui è stata messa all’asta l’opera, il mercato in cui viene scambiato e tanto altro ancora.
L’hash value di partenza ed i metadati vengono poi dati come input, nuovamente in pasto alla funzione di hash la quale fornisce come output l’identificativo univoco che è poi quello che viene chiamato generalmente “NFT”. Quest’ultimo viene poi comprato e scambiato sulla piattaforma Ethereum o su piattaforme similari.
Nei metaversi paralleli, gli NFT potrebbero essere utilizzati per rappresentare, solamente in quello specifico universo, il possesso della copia digitale presente in quel mondo, di qualunque oggetto esistente nel mondo reale.
Grazie alla trasparenza della blockchain, alla tracciabilità delle transazioni e quindi la loro verificabilità, si rende così possibile ricreare nel digitale l’unicità di un’opera artistica.
Grazie alla blockchain, quindi, è nata la Crypto Art, protagonista di un vero exploit nell’ultimo anno, tanto che a dicembre 2021 l’artista digitale Pak, è riuscito a vendere la sua opera “The Merge” per più di $ 91 milioni su Nifty, marketplace di NFT centralizzato e successivamente ha ceduto ad altre 29.000 persone circa 266.000 unità di questo pezzo.