Dopo l’esordio di BITO, la SEC ha approvato altri due prodotti simili e anche la banca spagnola Santander sarebbe pronta a lanciare il suo ETF sui Bitcoin.

Il lancio dell’ETF sulla criptovaluta regina
Il 19 ottobre a Wall Street è comparso il primo Exchange-Traded Fund (ETF) sui Bitcoin, il primo ETF dedicato a replicare la criptovaluta Bitcoin. A lanciarlo è stata la società ProShares, specializzata in questo tipo di prodotti finanziari. Il fondo è scambiato al New York Stock Exchange sotto il nome di BITO, Bitcoin Strategy ETF.
A pochi giorni dal debutto, è arrivato anche il secondo ETF: Valkyrie Bitcoin Strategy, lanciato sul Nasdaq. In aggiunta, a novembre ha fatto capolino anche Il VanEck Vectors Bitcoin ETN, lanciato da VanEck.
Il nuovo ETF su Bitcoin: cosa ha significato l’esordio
L’arrivo di BITO sul mercato è una novità importante per il mondo delle criptovalute, dopo che per anni le autorità di vigilanza finanziaria avevano fatto muro contro la spinta volta a far entrare le monete virtuali nelle piazze della finanza tradizionale. La Security and Exchange Commission (SEC), l’organo statunitense che si occupa della regolamentazione dei mercati (come la nostra Consob), ha sempre rifiutato ogni tipo di proposta a riguardo, motivando il “no” con l’elevato livello di rischio e volatilità delle criptovalute.
L’ETF approvato, infatti, non è collegato direttamente al Bitcoin ma ai suoi futures, contratti derivati che obbligano, alla scadenza, all’acquisto dell’asset sottostante per le quantità e per il prezzo fissati, scambiati già da anni sul Chicago Mercantile Exchange (CME) e a New York. Non è quindi un prodotto che investe direttamente in Bitcoin, ma è esposto alle variazioni di prezzo attraverso derivati già esistenti sul mercato che speculano sul prezzo futuro della criptovaluta.
La novità ha spalancato la porta all’arrivo di altri ETF simili. Infatti, pochi giorni dopo l’arrivo di BITO, ha fatto il suo esordio l’ETF Valkyrie Bitcoin Strategy, lanciato sul Nasdaq, che, come BITO, non investe direttamente in Bitcoin, ma detiene i futures del Chicago Mercantile Exchange. A novembre è arrivato XBTF, il terzo fondo basato sui futures in Bitcoin, lanciato da VanEck, ma la SEC, contemporaneamente, ha respinto la richiesta di VanEck per un ETF esposto direttamente sul Bitcoin.
Una decisione, questa, che mostra l’indirizzo dell’autorità di regolamentazione americana, non ancora del tutto confidente sull’assenza di manipolazioni sui mercati delle criptovalute esposti a fluttuazioni continue.
Mentre però la SEC sta valutando molti altri prodotti in attesa dell’esordio in Borsa, la strada sembra essere spianata e ora anche la banca spagnola Santander sarebbe pronta a lanciare un ETF sui Bitcoin e diversi strumenti simili (ETC) sono stati lanciati sul mercato tedesco.
Come funzionano gli ETF sulle criptovalute
Gli ETF, Exchange-traded Fund, sono strumenti finanziari che, replicando l’andamento degli indici di mercato, permettono a chi li compra di ottenere i rendimenti (e anche le perdite) degli asset sottostanti, senza la necessità di acquistarli tutte. Ad esempio, gli ETF sui Bitcoin, poi, a loro volta investono attraverso contratti futures, ovvero gli strumenti finanziari derivati con cui gli investitori possono acquistare a un certo prezzo un determinato asset in una data futura.
ETF su Bitcoin: gli orizzonti futuri
La notizia dell’esordio degli ETF sulle criptovalute arriva in un momento di trambusto per le cripto, a causa di alcuni exchange sotto investigazione da diversi organi di regolamentazione statunitense ed europei. Ma è anche un momento di crescita esponenziale per l’industria.
Infatti, già a luglio, dopo che negli anni scorsi le criptovalute avevano fatto la comparsa sulle Borse tramite i futures, la società ProFunds, affiliata di ProShares, aveva lanciato il primo fondo comune di investimento sui Bitcoin degli Stati Uniti.
La SEC ha dato anche il suo via libera a un ETF della società Volt Equity, che investe in aziende tecnologiche con esposizione a Bitcoin e ora si prospettano altre aperture. Sotto esame ci sarebbero molti prodotti in attesa di approvazione.
Secondo Ian Balina, amministratore delegato della società di analisi Token Metrics, “Siamo davanti a una diga di nuovi capitali e di nuove persone pronte a entrare nello spazio delle criptovalute”. Molti analisti però sostengono anche che a dominare il settore continueranno a essere gli investitori istituzionali, mentre i risparmiatori retail potrebbero tenersi ancora a distanza dalle criptovalute, spaventati dalle continue fluttuazioni di prezzo.