Caratteristiche e Funzionamento della Criptovaluta Peer-to-Peer Ripple

Alla scoperta di Ripple e XRP, una delle principali criptovalute in circolazione.

Che cos’è Ripple? Come funziona? XRP, criptovaluta di Ripple, è un buon acquisto? E che collegamento ha Ripple con il sistema bancario?

Criptovaluta Ripple cos’è e da dove arriva

Ripple è la settima criptovaluta per ordine di capitalizzazione di mercato.

Alla base del progetto immaginato da Larsen e McCaleb insiste la volontà di eliminare svantaggi e difficoltà legate all’utilizzo del Bitcoin.

L’idea di Ripple è stata in realtà concepita nel lontano 2004 da Ryan Fugger ed era soprannominata “ripple pay”. Nel 2012 il testimone del progetto fu però passato a Jed McCaleb e Chris Larsen, i quali fondarono anche OpenCoin, il progetto fu successivamente rinominato Ripple Labs.

Diversamente dalla maggior parte delle criptovalute, Ripple Labs mira a servire le banche e le istituzioni finanziarie più tradizionali proponendo nuovi ed alternativi metodi per ridurre i costi transazionali e velocizzare i pagamenti, attraverso l’utilizzo di Ripple.

Criptovaluta Ripple: caratteristiche e differenze con Bitcoin

Una volta spiegato che cos’è Ripple e qua è la sua storia, è bene concentrarsi su tutte le caratteristiche e le differenze con Bitcoin:

  • la de/centralizazzione. Ripple (XRP) sfrutta il “RippleNet”, cioè una rete che utilizza a sua volta il protocollo noto come RTXP per movimentare la criptovaluta in tutto il mondo. La rete è formata da computer, noti come validatori, che sono diffusi in tutto il mondo e mantengono un “registro contabile condiviso”, cioè la blockchain, in cui è registrato chi possiede cosa.
    I validatori si assicurano, quindi, che ogni transazione inviata attraverso la rete segua le regole RTXP. Se Bitcoin e altre criptovalute utilizzano sistemi decentralizzati lo stesso non vale anche per Ripple che utilizza una piattaforma non decentralizzata ma open source;
  • la scalabilità. Ripple — per quanto spiegato in precedenza — è chiaro che si pone come obiettivo qualcosa diverso dal diventare “oro digitale” come Bitcoin. Quest’ultimo, infatti, per offrire una maggiore scalabilità dovrebbe compensare con una minore affidabilità e resilienza del proprio protocollo basato su “Proof-of-Work”.Inviare una transazione XRP attraverso la rete richiede 4 secondi rispetto alla media di 10 minuti di Bitcoin. Inoltre, XRP può gestire 1.500 transazioni al secondo mentre Bitcoin può gestirne solo 7. Quindi, il vantaggio competitivo per XRP di diventare più utilizzato come forma di pagamento è abbastanza ovvio;
  • il mining. Un’altra differenza è che XRP non viene “minato”. Il Mining sulla rete Bitcoin avviene per garantire un incentivo economico in cambio dello sforzo computazionale effettuato, quest’ultimo eseguito al fine di garantire l’affidabilità della storia transazionale conservata dalla rete. In Ripple le transazioni sono gestite attraverso un processo diverso. Quando una transazione XRP viene trasmessa attraverso la rete, i validatori che mantengono la rete decidono se è valida o meno attraverso il voto.

Quando un validatore riceve la transazione, consulta altri validatori attendibili e poi vota se la transazione è corretta. Se l’80% o più vota “valido” – la transazione viene inserita nel registro Ripple. Questo elenco di validatori attendibili con cui un validatore si consulta è noto come “Unique Node List” (UNL). Ogni validatore ha la propria UNL. Chi è incluso nell’UNL del validatore dipende completamente da lui. Tuttavia, Ripple offre un elenco predefinito di coloro che sono attendibili. I validatori non vengono compensati per il loro lavoro come “minatori” di Bitcoin. Quando Ripple Labs ha iniziato le proprie attività furono emessi o “pre-minati”, un totale di 100 miliardi di XRP e secondo il protocollo Ripple non ne possono essere mai più creati.
Chi possiede tutti questi coin pre-minati? 20 miliardi di XRP sono stati dati ai fondatori di Ripple – Jed Macaleb, Chris Larsen e Arthur Britto. Ripple Labs detiene circa 7 miliardi di XRP, 40 miliardi di XRP sono stati venduti ad aziende e privati. I rimanenti coin sono all’interno di uno smart contract che consegna 1 miliardo di XRP nelle mani di Ripple Labs ogni mese fino al raggiungimento dell’emissione di tutti i 100 miliardi di XRP;

  • l’unità di misura. Un’altra differenza risiede nell’unità di misura:
  • ciascun Bitcoin può essere diviso al massimo in 100.000.000 di parti dove ciascuna parte prende il nome di “satoshi”.
  • Ciascun Ripple può essere diviso al massimo in 1.000.000 di parti dove ciascuna parte prende il nome di “drop”.

Si tenga presente che se si desidera tenere XRP bisogna avere un portafoglio che supporta la valuta e un deposito minimo di 20 XRP. Questo viene fatto al fine di impedire alle persone di fare “spamming” sul Ripple Network aprendo un gran numero di account.

Infine, un aspetto interessante di Ripple è che la fornitura di XRP diminuisce nel tempo rendendola, in teoria, più preziosa col passare del tempo. Questo viene ottenuto attraverso la distruzione delle fees di transazione connesse ad ogni transazione XRP. La minima fee per transazione è ad oggi di 10 drops.

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