Uno sguardo approfondito su come affrontare la complessità dei mercati, identificando opportunità nascoste e settori in cui concentrarsi.
La straordinarietà degli eventi di questi ultimi anni sembra aver prodotto una sorta di immunità di gregge «cognitiva» sui mercati che appaiono sempre più concentrati su sé stessi.
In sostanza, prima di ogni altra cosa stanno contando le aspettative sui tassi, nonostante lo scenario globale sia entrato in un nuovo paradigma fatto di conflitti e di inflazione
Mercati: lo scenario macroeconomico
In termini economici, il 2023 si sta delineando come un anno stabile e le prospettive per l’inizio del 2024 non sembrano preoccupanti.
L’inflazione resta un punto di attenzione, specialmente per quanto riguarda i prezzi dell’energia e il rientro appare più lento dello sperato.
Con queste premesse, le banche centrali hanno fatto intendere che manterranno tassi alti a lungo, nonostante abbiano probabilmente finito di alzarli.
Nel contesto descritto i mercati obbligazionari sono tornati a registrare tassi che non si vedevano dal 2008.
L’aumento dei rendimenti senza rischio ha impattato il mercato azionario, oscurando in parte la performance dei profitti aziendali ma lasciando inalterate alcune «sacche» di sopravvalutazione.
Cosa succede nel mercato green?
Il Green, dopo che i principali indici del Clean Energy hanno perso dall’inizio dell’anno più del 40%, è ancora un investimento sostenibile?
La risposta può sembrare scontata, non tutte le rinnovabili sono uguali! Da un lato l’elettrico più resiliente, dall’altro l’eolico, che subisce un contesto divenuto decisamente sfidante.
Costi alti, un’inflazione galoppante e tassi ai massimi degli ultimi 40anni, hanno reso molto costoso costruire parchi eolici, rispetto al periodo d’oro pre-pandemico, il costo è infatti quasi quintuplicato.
Tutto ciò ha alimentato i timori di solvibilità di alcuni importanti player del settore e la stagione delle trimestrali statunitense ha dato indicazioni in questo senso.
Per esempio, anche un conglomerato importante come General Electric, multinazionale statunitense attiva nel campo della tecnologia e dei servizi, ha perso nei primi 9 mesi dell’anno, nella sola divisione eolica, quasi più di 1 miliardo di dollari.
Ma anche in Europa la situazione è complessa. Siemens Energy, ha mostrato perdite rilevanti nella controllata spagnola, Gamesa, che peraltro lamenta importanti difetti di progettazione. Il colosso tedesco ha chiesto garanzie statali, creando panico sul mercato: solo nell’ultimo mese il titolo in Borsa ha infatti perso più del 50%.
Scenario e prospettive
Come far fronte a un contesto così complesso? Ancora una volta fa scuola General Electric (GE) che punta a diversificare le fonti di approvvigionamento sul mercato dei capitali e le linee di prodotto.
In questo senso, GE quoterà l’anno prossimo la divisione Eolica, diminuendo l’impatto della leva finanziaria e avvierà partnership molto valide per arrivare a produrre entro l’anno Idrogeno verde.
Il Clean Energy quindi, come visto, ha subito solo una battuta d’arresto in un trend di crescita, dovuta a bilanci statali deficitari e finanziamenti costosi, colpendo le fonti rinnovabili non in maniera identica.
Investire nel Green, quindi, ha ancora senso perché la transizione energetica resta un processo irreversibile.
Per il resto, le obbligazioni restano attraenti anche se forse è presto per aumentare la duration in assenza di un peggioramento dello scenario.
La relativa stabilità delle economie principali, invece, può continuare a premiare il credito e l’azionario, ma le opportunità devono essere ricercate in maniera selettiva in settori con flussi di cassa ben visibili e bilanci poco indebitati.
In conclusione, nonostante la complessità della situazione, con elementi positivi e sfide da affrontare, emergono opportunità interessanti, specialmente se si sa dove guardare, proprio come il green.