Terzo Trimestre 2023: Rialzi dei Tassi, Tensioni Geopolitiche e Strategie di Investimento

Nei mesi a venire, sarà necessario continuare a monitorare le dichiarazioni delle Banche Centrali, che al momento hanno confermato un prolungato periodo di tassi d’interesse elevati.

Nonostante i buoni auspici inziali grazie ai minori timori di recessione, nel terzo trimestre dell’anno si sono registrati risultati negativi sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario, con dati macroeconomici che rimangono di difficile lettura.

Mercati: che succede

Nel terzo trimestre, a spingere al ribasso i mercati c’è stato uno dei più grandi incrementi dei rendimenti a lungo termine obbligazionari degli ultimi decenni.

L’elemento scatenante è la consapevolezza che i tassi sarebbero rimasti alti a lungo e che l’inflazione sarebbe continuata a essere la prima preoccupazione delle banche centrali visto che la crescita continua a dimostrarsi resiliente.

L’ampiezza e la costanza del movimento di risalita dei rendimenti obbligazionari hanno finito per fiaccare la fiducia di inizio estate deprimendo anche i mercati azionari.

L’inflazione, nel frattempo, ha dato segnali incoraggianti, proseguendo il percorso di rientro nonostante la risalita del prezzo del petrolio.

Tuttavia, alcune componenti si stanno dimostrando più persistenti, data la spinta dei salari e la tenuta dei consumi, che offrono solo una ridotta visibilità sui tempi di normalizzazione.

Tra le sorprese dell’estate c’è stata l’inattesa tenuta del ciclo economico statunitense che nel corso degli ultimi mesi ha consegnato dati robusti.

In particolare, il lavoro ha mostrato numeri in accelerazione con la conseguenza che la Federal Reserve dovrà tenere i tassi elevati a lungo per contenere l’inflazione.

Venendo al trimestre, l’azionario ha chiuso in negativo in molti casi dimezzando le performance positive da inizio anno. Hanno tenuto, in relativo, gli emerging markets ad eccezione della Cina, senza tuttavia aggiungere valore. Le obbligazioni governative e quelle emergenti hanno pagato la risalita dei rendimenti, mentre i bond societari hanno tenuto. Bene solo le materie prime aiutate dal petrolio.

Cosa succede con la guerra in Medio-Oriente?

Con un percorso di pace che sembrava ben avviato, quello che sta succedendo in Israele riporta lo scenario geopolitico indietro di decenni, in una situazione già complicata dal conflitto tra Russia e Ucraina.

I fatti di questi giorni hanno fatto tornare alla mente un pezzo di geopolitica di GaveKal nel quale si raccontava la storiella dello scorpione e del cammello. Uno scorpione arriva al fiume e non sapendo nuotare chiede ad un cammello di portarlo dall’altra parte. Il cammello si rifiuta dicendo che «Se ti porterò, tu mi pungerai e morirò». Lo scorpione risponde: «Ma se faccio così morirò anch’io». Il cammello si convince ma a metà del fiume lo scorpione lo punge. Mentre il veleno inizia a fare effetto, il cammello gli chiede «perché lo hai fatto? Ora moriremo entrambi». Lo scorpione risponde «Si. Questo è il Medio Oriente». 

Al netto di ogni considerazione, questi fatti aggiungono un’instabilità che finirà per gravare sullo scenario energetico, sulla transizione ecologica e sull’inflazione. Tutti elementi che nel medio periodo aggiungono volatilità e rischi anche se i mercati sembrano assuefatti dalle tensioni geopolitiche.

Resta quindi un contesto in cui navigare a vista. La fine del rialzo dei tassi sembra vicina e questo può sostenere nel breve il recupero dei mercati.

In conclusione, quindi, vale la pena di mantenere un approccio cauto, attenti alla qualità e alla diversificazione nell’attesa di identificare le opportunità per diventare più costruttivi.

Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?

Nei prossimi mesi si dovrà continuare a monitorare quanto detto dalle Banche Centrali, che per ora hanno confermato che i tassi resteranno alti a lungo e la forte risalita del prezzo del petrolio, che evoca timori sul percorso di rientro dell’inflazione. Gli USA sembra stiano gestendo al meglio le difficoltà a breve termine, mentre l’Europa e la Cina stanno mostrando segni di una situazione economica in peggioramento, anche se i dati economici non sono così negativi. 

Le obbligazioni a lunga scadenza hanno raggiunto rendimenti che non si vedevano dal 2007 mentre l’azionario è sceso sotto i livelli di inizio estate. Quindi, bond core a breve, duration, credito subordinato e una moderata rotazione difensiva nell’azionario sembrano l’approccio corretto in questa fase.

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