La resilienza dell’azionario può creare delle occasioni nel prossimo trimestre.
Il trimestre si è chiuso con risultati non molto positivi su tutti i principali mercati, infatti, oltre alle conseguenze della guerra, dell’inflazione e dei lockdown in Cina, si è andata ad aggiungere una dialettica sempre più restrittiva da parte delle banche centrali che ha portato a timori recessivi.
Secondo trimestre: la situazione dei mercati
Negli ultimi mesi, ci sono stati livelli di inflazione elevatissimi che hanno portato sia la Federal Reserve sia le altre banche centrali a rialzare i tassi di interesse, spingendo i mercati a ritenere che la politica monetaria debba irrigidirsi fino a compromettere il ciclo economico.
Questo ha contribuito ad aumentare i timori per una recessione economica che potrebbe partire già dalla fine del 2022 e in generale a sfavorire gli asset più rischiosi e quelli obbligazionari. Infatti, nel trimestre gli indici azionari e obbligazionari hanno segnato nuovi minimi che non si registravano da decenni.
Questo movimento è stato poi aggravato a giugno dalla FED, che ha affermato cheproseguirà nella sua politica di incremento dei tassi e di riduzione del bilancio sino al ritorno dell’inflazione a livelli più contenuti, aumentando quindi di fatto i rischi di recessione.
Il Dollaro USA, nel frattempo, ha proseguito il suo percorso di apprezzamento verso l’Euro anche a causa di una BCE meno incalzante rispetto alla FED, con l’Eurozona alle prese con le ripercussioni dirette del conflitto Russo-Ucraino, il rischio allargamento degli spread e, non per ultimo, con le recenti evoluzioni politiche in Paesi chiave come l’Italia.
Portafogli: come si sono comportati
Questo periodo difficile ha avuto ovvie conseguenze sui portafogli del Roboadvisor di Tinaba con Banca Profilo. I risultati sono stati diversi a seconda dell’esposizione al rischio.
Come detto in precedenza, il trimestre ha avuto un andamento non molto positivo che ha colpito tutte le asset class.
La politica monetaria delle banche centrali si è fatta ancora più restrittiva con la BCE che si è apprestata ad aumentare i tassi di riferimento a partire da luglio. A causa dei valori record dei dati sull’inflazione la composizione dei portafogli si è confermata inferiore sulla parte obbligazionaria, con investimenti prevalentemente concentrati su strumenti dell’Eurozona.
L’operatività non è stata esasperata e i portafogli hanno visto modifiche limitate, infatti, sulla parte azionaria l’allocazione è stata neutrale con diversificazione settoriale là dove consentita dai Profili di rischio prudenti, cioè quelli che vedono la presenza della componente obbligazionaria come predominante. Sono state contenute in parte le perdite, dando rendimenti migliori rispetto ai benchmark di riferimento.
Visto l’innalzamento dei tassi di riferimento e la conseguente correzione nelle quotazioni di molte obbligazioni, è stato ridotto il sottopeso su tale asset class.
Sono state inoltre fatte alcune modifiche sul comparto obbligazionario emergente, dove è stata ridotta la componente dedicata ai bond cinesi, che avevano molto ben performato da inizio anno.
Per quanto riguarda la componente azionaria, come nel trimestre precedente, l’operatività ha interessato sia l’allocazione generale in termini di percentuale di esposizione all’asset class, sia la ricerca e la selezione di nuovi temi settoriali. Per questo motivo sono state ribilanciate le posizioni, riportandole alle percentuali strategiche definite a inizio anno allineandole a quelle previste dal benchmark di riferimento.
Cosa succederà nei prossimi mesi?
La determinazione delle banche centrali nel fare guerra all’inflazione ha innescato timori di una prossima recessione.
I PMI (Purchasing Managers Index), ovvero gli indicatori economici costituiti da rapporti e sondaggi mensili, sono in peggioramento ovunque, tranne qualche recupero in Cina con l’allentarsi delle restrizioni, mentre la fiducia dei consumatori in Europa e USA si sta esaurendo con il mercato immobiliare che è sempre più in difficoltà a causa del rialzo dei tassi d’interesse. Inoltre, il petrolio continua ad avere aspettative di prezzi alti per un lungo periodo di tempo a causa dell’assenza di investimenti.
In questo contesto i mercati azionari sono esposti a una elevata incertezza,ma restano attenti a qualche opportunità che si potrebbe prossimamente presentare. Le valutazioni dei principali indici azionari sembrano già prezzare in parte i rischi emersi in questa prima parte dell’anno, mentre a livello settoriale, dopo la forte correzione, l’energy è tornata fonte di decorrelazione e, come settore growth, può tornare interessante.
La resilienza dell’azionario emergente può offrire opportunità di rotazione, mantenendo tuttavia un atteggiamento complessivamente prudente.
Sul fronte degli investimenti nell’asset class obbligazionaria la duration è tornata interessante vista la forma delle curve mentre i rendimenti corporate investment grade sono a livelli meno sacrificati e questo bear market dell’obbligazionario restituisce un asset class investibile.