I mercati di giugno tra stagflazione e opportunità green

Il mondo sta vivendo un cambio di paradigma dopo anni di disinflazione.

Il movimento di mercato del mese di giugno potrebbe essere uno di quelli in grado di rimanere nelle pagine di storia nei prossimi anni. Non è l’entità della discesa a stupire, ma l’evidenza del cambio di paradigma. Dopo decenni di sostanziale disinflazione, i mercati sembrano ora dover fare i conti con uno scenario di iperinflazione stile anni ’70.

Tuttavia, è difficile che si possa arrivare a un momento in cui l’inflazione diventa elevata con aumento rapido, incontrollato e sfrenato dei prezzi di beni di consumo e servizi. Il motivo? Per arrivare a questo punto ci dovrebbero essere degli ampi e persistenti deficit governativi, ovvero momenti in cui il bilancio di un governo viene “stressato” da guerre, sconvolgimenti sociopolitici, crolli dei prezzi delle esportazioni e così via.

Mercati: la situazione

Nelle ultime settimane non c’è stato alcun segnale di allentamento delle tensioni sui mercati, che stanno iniziando a temere scenari di stagflazione, ovvero contesti in cui c’è una mancanza di crescita economica e allo stesso tempo è presente un’inflazione elevata.

Complici di questa situazione sono le Banche Centrali che hanno dichiarato guerra al deprezzamento. L’accelerazione restrittiva di Fed e BCE ha tolto inoltre sostegno agli attivi finanziari.

L’economia sta rimanendo bloccata in un bear market, letteralmente “mercato dell’orso”, che a differenza del “mercato toro”, rappresenta una situazione negativa per gli investitori. Come gli orsi che vanno in letargo per molti mesi, senza compiere alcuna attività, così gli investitori, in questa situazione, sono poco attivi per paura di sbagliare mossa e perdere i propri risparmi.

Il ciclo economico, tuttavia, pur perdendo abbrivio, sta offrendo la possibilità di un «atterraggio morbido», sempre se si riuscirà a evitare di minare la fiducia degli operatori economici.

Inutile dire che le incertezze sono lì per rimanere, ma guardando il lato positivo, si possono trovare opportunità. In particolare, si potrebbe iniziare ad aumentare la duration e, con prudenza, ricercare e cogliere spunti settoriali.

Opportunità selettive: il Clean Energy

La forte salita dei tassi ha portato a un vero e proprio cambiamento: si continua a preferire lo stile value che, rispetto a quello growth, ha una “duration” più breve (ovvero, una minor sensibilità alla salita dei tassi). Allo stesso tempo esistono temi azionari di crescita (di lungo periodo), più di altri legati all’economia reale e che non devono essere dimenticati, come il Clean Energy.

A supporto di questo tema di investimento il team Wealth Management di Banca Profilo ha individuato 3 «G»:

  1. geopolitica, la guerra sta accelerando gli investimenti;
  2. gigawatt, espressione di una produzione alternativa che ha raggiunto crescite record nel 2022;
  3. globalizzazione elettrica, come avvenuto per quella economica, sta favorendo la discesa dei prezzi di produzione.

Per quanto riguarda la geopolitica, a seguito delle sanzioni sulla Russia, a marzo la Commissione Europea ha varato il piano denominato “RePowerEU” che prevede l’indipendenza gas russo entro il 2023. Questo progetto ha portato a una netta accelerazione verso il Net zero 2050 che prevede fino a 5mila miliardi di dollari di investimenti: ovvero quasi il 20% del PIL Europeo.

Tutto ciò ha già comportato il record di gigawatt in Europa di eolico. Verranno installati On-shore 22 GW a servizio di 16 mln di abitazioni (10% della popolazione totale).

Con riferimento alla produzione Offshore, si è conclusa invece l’asta Scotwind che ha assegnato 15 GW di siti eolici galleggianti sulle coste scozzesi. Ovvero più dell’intera capacità operativa del Regno Unito.

Per quanto riguarda la globalizzazione, il ritorno della Cina alla produzione massiva di polisilicio, che aumenterà solo quest’anno del 40%, sta favorendo la discesa dei prezzi dei moduli solari. Le autorità centrali cinesi hanno infatti incoraggiato i governi locali a costruire in blocco fotovoltaico su piccola scala, tanto che in Cina raddoppierà a 90 GW nel 2022.

Il Clean Energy resta quindi un settore di crescita reale che mantiene delle caratteristiche interessanti:

  • crescita esponenziale;
  • prezzi accessibili;
  • incentivi fiscali.

Questo trend accompagnerà il mercato ancora per qualche tempo e per questo motivo è importante trovare delle opportunità selettive, ambito da monitorare con attenzione e da non abbandonare.

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