I macro trend del mercato tra Covid Winner e Loser [VIDEO]

Oltre la differenza tra Covid Winner e Covid Loser, guardando ai trend di lungo periodo, si aprono ambiti di investimento nella robotica e nelle infrastrutture sostenibili.

Il mondo alle prese con la pandemia da Covid-19 sta sperimentando una strozzatura dell’offerta, che accomuna diversi settori e segmenti legati alla crescita reale. Inoltre, l’apprezzamento delle materie prime sta incidendo sulla dinamica rialzista dell’inflazione. E mentre la Cina sta cercando di gestire la riapertura con politiche economiche più restrittive rispetto ad altre aree, in Europa e USA le Banche Centrali escludono per il momento la fine delle politiche espansive. Anche se si comincia comunque a intravedere l’arrivo del tapering e delle misure di contenimento dei debiti.

Intanto, l’accelerazione digitale impressa dall’emergenza e gli incentivi diffusi per incrementare i consumi stanno producendo la crescita in nuovi settori, ben oltre la distinzione che aveva caratterizzato il 2020 tra Covid Winner (divenuti cari) e Covid Loser (che hanno già anticipato la normalizzazione).

Vincitori e vinti della pandemia

Il 2020 ci ha costretto a vivere distanziati, accelerando processi di digitalizzazione che altrimenti avrebbero richiesto decenni. Da allora abbiamo imparato a dividere gli investimenti in Covid-Winner – ovvero quelle aziende che sul distanziamento sociale e il lockdown hanno costruito la loro fortuna – e Covid-Loser – le attività prevalentemente legate ai consumi di intrattenimento e ai trasporti, in particolare quello aereo.

Quando sono partite le campagne vaccinali a fine 2020, abbiamo visto i mercati ribaltarsi con un rapido recupero dei Covid Loser, a discapito dei primi e una parallela impennata dei titoli del farmaceutico e del chimico. Ma in un contesto di debolezza e inflazione in rialzo le politiche fiscali espansive diffuse e gli incentivi che stanno trasformando il modo di consumare, non è tempo di parlare solo di vincitori e vinti ma di guardare anche ai macro trend di lungo periodo, settori tecnologici strategici, più vicini agli investimenti e che trovano una concreta applicazione nell’economia reale, come la robotica, l’automazione e le infrastrutture smart ai primi posti.

Il futuro è ancora nell’automazione

La robotica e cybersecurity certamente rientrano tra i settori più interessanti a cui guardare. Il comparto dell’automazione è tra i “vincitori” della pandemia ma è sempre più forte e trova maggiore applicazione nell’economia reale, oltre che legato agli investimenti infrastrutturali in grande crescita.

La robotica continua a registrare rapidi progressi. Solo negli ultimi tre anni si è assistito un raddoppio del numero di robot e si stima un contributo positivo sulla crescita del PIL globale di +13Tn Usd fino al 2030 (la pandemia ha solo accelerato un trend già esistente).

Con il ricorso sempre più diffuso all’automazione in tutti gli aspetti delle nostre vite, il settore della robotica dovrebbe arrivare a valere 1.200 miliardi di dollari entro il 2025. L’adozione crescente di robot sofisticati, intensificata dall’intelligenza artificiale, sta infatti rapidamente diventando uno strumento di profondo cambiamento destinato a lasciare un segno duraturo sulla produttività globale e sulla futura sostenibilità dell’economia.

Se l’utilizzo di alcune piattaforme di comunicazione sarà rallentato dal ritorno alla normalità, l’automazione resterà una necessità, oggetto di nuovi investimenti soprattutto in ambito infrastrutturale (basta pensare alle Smart Cities) sostenuti dagli interventi fiscali e dai nuovi piani nazionali di ripresa globali incentrati su transizione digitale e green.

La strategia per il mese di giugno

Tassi e valutazioni, ora, impongono di prestare attenzione ai fondamentali. C’è spazio per aggiungere anche un po’ di growth ma in modo selettivo. 

Continuando a mantenere un focus sulla sostenibilità e un approccio diversificato dei portafogli, alcuni macro trend, legati al ciclo degli investimenti, risultano interessanti. Tra questi, robotica e sicurezza informatica che, pur avendo «beneficiato» del Covid, sono impiegati in sempre più larga scala nell’economia reale (come, ad esempio, nella logistica) e sono sempre più legati agli investimenti infrastrutturali.

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