In prospettiva di breve periodo restano tante incertezze che suggeriscono prudenza.
Mike Tyson racconta che tutti i suoi avversari credevano di avere una buona strategia finché non li colpiva con il primo pugno. Proprio come loro, i mercati nel trimestre sono sembrati dei pugili suonati, con un’iniziale speranza, fino al «pugno» di Jackson Hole, il simposio annuale di politica monetaria in cui la Fed e la BCE si sono dichiarate «disposte a tutto» pur di contenere l’inflazione.
In poche parole, dopo più un mese dove si è sperato che i timori di recessione potessero convincere le banche centrali a rallentare, la seconda parte del trimestre ha visto i mercati tornare sui minimi su tutte le asset class.
Lo scenario dei mercati nel trimestre
Il trimestre era iniziato bene con importanti recuperi su tutte le principali asset class.
Il movimento positivo è continuato fino a circa la metà di agosto quando si è registrata una brusca inversione, causata della reazione negativa dei mercati ai dati macroeconomici legati all’inflazione e alle decisioni di politica monetaria, più restrittive del previsto sia in America che in Europa.
L’inflazione, nel frattempo, si manteneva su livelli elevati, costringendo le banche centrali a rimanere inflessibili mentre la liquidità veniva rimossa e l’economia reale cominciava a fare i conti con il rialzo dei prezzi e dei tassi di interesse.
La velocità della crescita dei tassi ha riportato a galla rischi sulla stabilità finanziaria, tanto che, segnali di stress nei mercati obbligazionari hanno indotto la Bank of England a intervenire.
Quello che più di tutto ha influito sui mercati è stato il forte movimento al ribasso sul reddito fisso, con perdite analoghe al mercato azionario.
Questa misura ha finito per pesare ulteriormente su mercati già provati da guerra, Covid e incertezze sullo scenario energetico.
Come si sono comportati i portafogli nel trimestre?
I portafogli a inizio anno erano stati costruiti per beneficiare di uno scenario di crescita positiva e con un’inflazione sotto controllo. Per questo motivo, l’allocazione strategica azionaria era stata sostanzialmente neutrale, mentre la componente obbligazionaria fortemente sottopesata.
La variabile esogena del conflitto Russia-Ucraina con le conseguenze ormai note sul versante di approvvigionamento energetico, unita a una politica monetaria restrittiva hanno cambiato lo scenario. L’impatto sui portafogli si è fatto sentire poiché nessuna asset class investibile è stata esente da ribassi.
In tale contesto, il posizionamento fortemente sottopesato di rischio obbligazionario e le scelte operate sulla componente azionaria che costituiscono l’ossatura dei portafogli anche in questo trimestre, hanno permesso di ottenere performance migliori rispetto al benchmark di riferimento.
Sui Profili più prudenti la presenza di ETF che investono in bond a breve durata, ha permesso di limitare le perdite, anche se il risultato periodale rimane comunque negativo. Sui Profili più costruttivi, la maggiore diversificazione garantita da un numero di strumenti superiore in portafoglio ha permesso di beneficiare della decorrelazione offerta dai “temi settoriali”, che in alcuni casi hanno chiuso il trimestre in territorio positivo, come l’ETF Cyber Securities, il Clean Energy e il Global Healthcare.
Azioni intraprese e opportunità future
Partendo da portafogli prudenti, le modifiche effettuate sono state minori rispetto al trimestre precedente.
Nell’obbligazionario è stato sostituito uno strumento generalista con un ETF attento alla sostenibilità. Nell’azionario, invece, è proseguita la rotazione verso settori difensivi aumentando l’esposizione ai farmaceutici e alle energie rinnovabili.
In generale i dati economici stanno iniziando a segnalare un rallentamento progressivo del settore privato nei Paesi sviluppati e l’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse sta cominciando a pesare sul reddito disponibile delle famiglie e riducendo la redditività delle imprese. In Europa, nonostante l’aumento delle scorte di gas naturale, restano dubbi sull’adeguatezza delle forniture durante i mesi invernali. Nel frattempo, la velocità dei rialzi dei tassi ha iniziato a pesare sui rischi della stabilità finanziaria.
In prospettiva di breve, pertanto, restano tante incertezze che ci suggeriscono ancora prudenza e selettività in alcuni segmenti dell’obbligazionario di qualità e nei settori difensivi come l’Health Care e nella transizione energetica come ad esempio Clean Energy.
Nei prossimi mesi, si continuerà a monitorare i mercati alla ricerca di nuovi spunti di investimento anche in ottica di variazione dei pesi “strategici” delle varie asset class e di costruzione dei portafogli per il 2023. Nel frattempo, i portafogli restano idonei ad affrontare le incertezze future, nell’attesa che emergano ragioni per assumere un atteggiamento più costruttivo.
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