I timori di un rallentamento economico preoccupano, soprattutto guardando alla Cina. E mentre la politica vacilla, potrebbe partire una caccia al rendimento.
Settembre non ha riservato grandi sorprese sui mercati finanziari, ma in vista degli ultimi mesi dell’anno non mancano le incognite. Riguardano, in particolare, la Cina e un indebolimento della rappresentanza politica che potrebbe accelerare una vera e propria caccia al rendimento.
L’economia rallenta
Nonostante l’assenza di eventi capaci di spiazzare i mercati, non sono mancati gli episodi di volatilità, alimentati dai timori (e dai primi riscontri) di un possibile rallentamento economico. La crescita degli Stati Uniti si è ridimensionata rispetto alle stime formulate durante il secondo trimestre.
A imprimere un ulteriore freno potrebbero essere i colli di bottiglia del manifatturiero, la riduzione delle scorte e il rallentamento dei servizi. L’inflazione resta un tema consistente e potrebbe essere alimentata dagli imbuti produttivi (se l’offerta non riesce a soddisfare la domanda, i prezzi lievitano) e dalle dinamiche salariali (una ripresa post-Covid potrebbe spingere gli stipendi, innescando un aumento del costo della vita).
Molte economie, comunque, confermano una crescita solida, mentre il rallentamento degli Stati Uniti appare, in qualche modo, fisiologico. Ciò che invece preoccupa maggiormente è il quadro dell’economia cinese.
La crisi cinese dal settore tecnologico all’immobiliare
Il settore dei servizi cinese sta attraversando una vera e propria recessione. Il motivo è nel rallentamento di quello che rappresenta uno dei propulsori del Paese: il comparto tecnologico sul quale pesano le restrizioni governative. Infatti, il regolatore ha annunciato che rafforzerà le norme antitrust e irrigidirà i vincoli sulla gestione dei dati da parte delle grandi piattaforme. Quest’ultimo è un punto nodale: i dati rappresentano infatti una risorsa (anche finanziaria) per le aziende tecnologiche, ma anche per il governo centrale. I titoli quotati a Hong Kong hanno già accusato il colpo.
Anche il settore immobiliare sta vivendo un momento di crisi. Dopo essere stato protagonista dell’espansione cinese, il gigante immobiliare Evergrande è sull’orlo del collasso. Una quantità di debiti enorme – accumulati a causa del rallentamento immobiliare e di investimenti (anche al di là del mattone) rivelatisi troppo azzardati – potrebbero far crollare la società, trascinando l’intero settore.
Banche centrali e politica: quale direzione
Davanti a un possibile rallentamento, tornano le voci che insistono per avere sforzi ancora più consistenti da parte delle banche centrali. BCE e Fed cercheranno di raggiungere un punto di equilibrio. Da una parte sembra ormai imminente l’inizio del tapering (cioè la riduzione degli acquisti di asset). Dall’altra, non sembrano intenzionate a rialzare i tassi, il cui andamento è slegato dall’espansione di bilancio. Di fatto, quindi, la politica monetaria resta espansiva.
Per rimanere a livello istituzionale, dato che la politica sta attraversando un periodo delicato, si potrebbe indebolire la sua forza di influenzare il quadro macroeconomico. Per esempio, guardando agli Stati Uniti, il presidente Biden sta perdendo popolarità dopo il ritiro caotico dall’Afghanistan e il ritorno al potere dei Talebani. Andando in Germania, Angela Merkel, dopo 16 anni da Cancelliera, si ritirerà dall’attività politica di vertice dopo le Elezioni Federali 2021. Un avvicendamento storico non solo per la Germania ma anche per l’Europa, della quale Merkel è stata indiscutibile leader.
Caccia al rendimento
I tasselli economici, finanziari e politici osservati a settembre, uniti alle previsioni dei prossimi mesi, lasciano ipotizzare una esasperata caccia al rendimento. Per ottenerlo, si viaggia lungo due direttrici. Da una parte i private market, cioè i prodotti che mettono in relazione diretta prodotto e investitore, bypassando il canale bancario e favorendo quell’extra rendimento che sul mercato quotato è altrimenti difficile trovare. Dall’altra parte, grazie a un allentamento delle restrizioni da parte dei regolatori, si punta sulle politiche ad alto dividendo. La caccia al rendimento va quindi assecondata, ma tenendo sempre presenti i cardini di qualsiasi strategia di rendimento: disciplina e razionalità.
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