I due Paesi negli ultimi giorni stanno intensificando le tensioni, facendo crescere il rischio di possibili impatti negativi, sia a livello economico che finanziario.
Il ritorno dalle vacanze è il momento per fare bilanci, proiettandosi verso la fine dell’anno.
L’estate appena conclusa ci lascia una divergenza fortissima tra le principali aree geopolitiche: gli USA prospettano un “atterraggio morbido” grazie a un calo dei prezzi e senza una grave recessione, l’Europa rischia la stagflazione e la Cina continua ad avere problemi sul mercato immobiliare.
Mercati: uno scenario nel limbo
Nonostante gli ultimi mesi abbiano smentito i timori peggiori, lo scenario risulta ancora complesso. Da una parte la Cina, sta cercando una stabilizzazione del mercato immobiliare, dall’altra le materie prime energetiche hanno ricominciato a salire, alimentando nuovi timori inflazionistici.
Lo scenario pertanto appare controverso: in stallo tra la possibile fine dei rialzi dei tassi e la paura di un proseguimento delle politiche monetarie restrittive.
Nel frattempo, i mercati sono caratterizzati da movimenti in altalena senza una chiara direzionalità. I rendimenti obbligazionari sono elevati e l’azionario rimanesu valutazioni sfidanti. In prospettiva, la fine del rialzo dei tassi è vicina e questo, per un po’, abbassa i rischi di una recessione pericolosa.
Tuttavia, sullo sfondo, restano tante incertezze perché lo scenario è in una fase di transizione e lo scacchiere geopolitico resta ancora complicato. In particolare, Cina e Stati Uniti stanno alzando il loro livello di contrapposizione, aumentando il rischio di ricadute negative sia economiche che finanziarie.
Cina vs Stati Uniti: cosa succede?
Con il Back To School di settembre, è ritornata la guerra fredda tecnologica tra i due Paesi, con l’attacco della Cina che ha vietato ai dipendenti statali i cellulari Apple, a pochi giorni dal lancio del nuovo iPhone 15.
Come fossimo all’interno di una partita di tennis, non è tardata la risposta delle autorità statunitensi che hanno posto sotto indagine il Pro-60, l’ultimo smartphone di Huawei, che secondo l’accusa monterebbe un microprocessore di ultima generazione che può essere stato disegnato solo con tecnologia americana, cosa vietata da diversi anni.
La situazione è ben fotografata da due immagine che stanno circolando sulla stampa cinese: da una parte, si vedono gli Apple Store vuoti, dall’altra invece i negozi Huawei vengono rappresentati pieni di clienti. A ragion veduta il Pro-60, non ha nulla da invidiare all’iPhone 15, perché Huawei e i suoi prodotti hanno fatto un salto tecnologico che mesi fa sarebbe stato impensabile.
Chi è l’artefice del successo di Huawei?
L’artefice di questo successo è Meng Wanzhou, CFO e figlia del fondatore di Huawei.
Di lei avevamo già sentito parlare qualche anno fa. È il 1° dicembre 2018 e mentre è in transito all’aeroporto internazionale di Vancouver, viene sorprendentemente arrestata dalla polizia canadese su richiesta degli Stati Uniti e messa ai domiciliari per tre anni per frode e per aver aggirato le sanzioni all’Iran.
Di questo arresto, era evidente come Washington avesse in realtà condannato il simbolo cinese dell’ascesa economica e tecnologica. Dopodiché, di lei non abbiamo avuto più notizie finché, nell’aprile del 2022, viene nominata CFO di Huawei. Il suo rientro è stato salutato come un successo dal Partito Comunista Cinese, che la vede come una vera e propria eroina, cosa che le ha garantito 30 mld USD a fondo perduto. Ciò ha permesso a Meng di effettua un vero e proprio turnaround per Huaweid, spingendo in modo deciso su ricerca e sviluppo.
Il resto è storia dei nostri giorni. Mentre Huawei sta recuperando il terreno perso (anche con aiuti statali impropri), Apple ha perso il 10% di capitalizzazione e rischia di perdere 10 milioni di telefonini cinesi. Sta iniziando un vero e proprio braccio di ferro tra Casa Bianca e Politburo in vista anche delle elezioni americane dell’anno prossimo.
In una partita di tennis che, come detto all’inizio di questo articolo, si preannuncia lunga, estenuante e che rischia di vedere solo perdenti e possibili impatti negativi sul mercato finanziario.